Cocilova

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NATURA DI COCILOVA

 

Cocilova è una ozienda. Il termine ‘ozienda’ è un neologismo inventato da me per denotare un’entità che produce materiale culturale (scientifico o letterario) per promuovere il pensiero critico e diffondere conoscenze. La parola ‘ozienda’ si contrappone alla parola ‘azienda’, la cui origine è da ricondursi al latino ‘(negotia) facienda’, ossia le attività, gli affari e i traffici che sono rivolti all’utile materiale. Un’ozienda è invece ‘otia facienda’, laddove otium (singolare di otia) denota il tempo libero dalle attività di sostentamento o guadagno. Tale tempo libero è – nel migliore dei casi – dedicato alla crescita spirituale. Pertanto gli otia qui considerati sono le attività non rivolte all’utile materiale e orientate alla conoscenza.

Sul sito internet di Cocilova si trovano articoli su diversi argomenti. Ove non specificato sono scritti da me (Sergio Keller). Sono divisi in categorie per consentire la lettura di un singolo tema d’interesse: ciò si può fare selezionando la categoria nell’elenco posto in fondo alla Pagina Domus oppure nella sezione “Tutti gli articoli”.

 

STORIA DI COCILOVA

 

Pronto, chi parla?

All’età di tre anni mi piaceva rispondere al telefono di casa per gioco, per poi passare le telefonate ai miei genitori. Di solito chiamavano parenti o amici, ma un giorno risposi a un interlocutore sconosciuto che si presentava come “nonno Pietro”. Aveva sbagliato numero e mi aveva scambiato per suo nipote. Poiché i miei nonni vivevano lontano, credetti di avere un altro nonno che ancora non avevo conosciuto, finché mi spiegarono l’equivoco. Nonno Pietro fu la mia prima esperienza di persona che telefona per errore. La seconda esperienza di questo tipo mi stupì ancora di più, poiché risposi a una chiamata internazionale. Neanche oggi saprei dire da che Paese provenisse, né se il suono che sentii significasse “pronto?” o il nome dell’interlocutore atteso o qualcos’altro. Il suono che sentii fu esattamente: “Cocilova?”. In quell’occasione mi fu spiegato che esistono altre lingue e formulai la mia prima intuizione del concetto di lingua diversa. Il fatto che alcune persone parlassero un’altra lingua mi era ormai chiaro, ma che non capissero l’italiano lo scoprii quando cercai di convincere (invano) una bambina norvegese a passarmi un pennarello per colorare. Dopo svariati tentativi l’apostrofai: “Ma sei sorda!”. Per fortuna non capì. La parola ‘cocilova’ rimase nel lessico familiare come esempio di parola di una lingua ignota o come modo buffo di rispondere al telefono.

La Minafina, la matita che non scrive

Frequentavo la scuola elementare e il denaro, nella mia prospettiva, era un mezzo per comprare le figurine. Decisi di procurarmi denaro comprando matite e rivendendole ai miei compagni di classe a un prezzo maggiorato. Naturalmente il progetto fallì, perché non avevo considerato alcuni fondamenti del commercio. Pensai che avrebbe potuto funzionare se avessi mentito sul prezzo di partenza, ma non avevo intenzione di mentire. Ne conclusi che il commercio aveva a che fare almeno in parte con l’imbroglio e che non faceva per me. Non ricordo il processo mentale che collega questo episodio a ciò che feci dopo, ma a posteriori se ne potrebbe dare una lettura ideologica (anche se chiaramente non poteva esserci un livello di consapevolezza all’epoca dei fatti): temperai un bastoncino di legno e colorai la punta e l’altra estremità come se fosse la mina di una matita e chiamai quest’oggetto artistico “Minafina, la matita che non scrive”. La Minafina non era in vendita – e infatti è ancora conservata nel caveau della Cocilova. Subito mi posi il problema di registrare il marchio e mi accontentai di apporre il simbolo del copyright al nome. Un’ulteriore questione era stabilire chi fosse l’entità produttrice di queste invenzioni (oltre alla Minafina avevo costruito un Contacolombi per contare i colombi di piazza San Marco a Venezia) e così naque Cocilova.

Stat Cocilova pristina nomine

Non saprei dire perché scelsi questo nome all’epoca, ma so perché sceglierei questo nome adesso: la Minafina è un oggetto inutile, perché è una matita priva della sua funzione essenziale (lo scrivere). Pertanto la Minafina è il simbolo dello svincolamento dall’utile materiale. Il nome dell’entità che la produce è una parola inutile, priva della sua funzione essenziale (comunicare un significato): ‘cocilova’. Cocilova, quindi, è sempre stata un’ozienda (anche se questo neologismo è stato inventato molto tempo dopo) ed è un’entità costituita per ricondurre le mie produzioni artistiche o argomentative a un progetto unitario. Si potrebbe obiettare che potrei farne a meno e firmare tutto col mio nome e cognome, compreso il sito internet, ma ciò produrrebbe l’equivoco dell’identificazione della mia persona col progetto. Se è vero che al momento sono l’unico autore di Cocilova, non è detto che sarà così per sempre. Inoltre, siccome non tutto ciò che faccio, dico, ballo o scrivo è rivolto agli scopi di Cocilova, a rigore Sergio Keller contiene Cocilova (almeno per ora), ma Cocilova non contiene Sergio Keller.

 

DATAZIONE

 

La telefonata che comportò l’entrata della parola ‘cocilova’ nel mio mondo risale circa al 1991. La creazione della Minafina dovrebbe datarsi attorno al 1998 e in ogni caso prima dell’aprile del 1999, data in cui sul quaderno di Italiano, alla domanda “Che cosa porteresti per vivere su un altro pianeta?” risposi: «Io porterei con me la mia “super-iper-astro-super-galatti-fabbrica” COCILOVA». Il sito internet è stato creato nel 2019, ma è attivo dalla fine del 2020. I contenuti del sito risalgono a momenti diversi, alcuni sono articoli scritti al momento della pubblicazione, molti sono una rielaborazione di scritti precedenti o comunque di idee sviluppate in precedenza, quindi la data di pubblicazione sul sito non è un criterio affidabile per ricostruire la genesi dei contenuti.

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