Sergio Keller

Sergio Keller

Cultura

Sono nato nel 1988 a San Giorgio a Cremano in provincia di Napoli da genitori napoletani. A sette mesi mi sono trasferito a Trieste per motivi di lavoro (dei miei genitori). Ho vissuto quasi sempre a Trieste, tranne un anno a Bologna, un anno a Tübingen in Germania e alcuni mesi al El Bolsón in Argentina. Ho assimilato alcuni elementi culturali tedeschi e argentini perché mi sono riconosciuto in essi (infatti non è sufficiente vivere in un posto per assumerne la cultura). Mi sento europeo, italiano, napoletano e triestino acquisito, con elementi tedeschi e argentini. La mia identità culturale è europea, laddove nell’identità plurale dell’Europa è possibile riconoscere un nucleo comune di valori o idee che la civiltà europea usa per riprodurre se stessa, rinnovandosi.

Formazione

Sono stato educato dai miei genitori, Matilde e Fulvio, al pensiero critico, alla libertà e alla verità. Mio nonno Peppe mi ha insegnato a chiedermi il perché delle cose e che «il sapere è la cosa più bella che c’è». Grazie a mia sorella Marta ho imparato a condividere e a uscire dalla prospettiva individuale. Con Marta ho sperimentato per la prima volta il ruolo di chi insegna e ho capito che trasmettere conoscenza è bello quanto apprendere. La maestra Silva mi ha insegnato la poesia, ad ascoltare le emozioni e a scrivere dritto su un foglio bianco, ma non a scrivere in corsivo.

A tredici anni ho incontrato Platone in un vecchio volume edizioni UTET. Non ci ho capito nulla, eccetto il fatto che la filosofia era la mia strada: fu amore a prima vista. Così ho letto Storia della filosofia greca di Luciano De Crescenzo ed Etica per un figlio di Fernando Savater e da allora sono, nel bene e nel male, prigioniero nel pensiero. La matematica mi è sempre piaciuta. Al primo anno di liceo ho avuto come insegnante Franco Rupeni, dal quale ho imparato la logica formale e il pensiero matematico. Ho frequentato il liceo scientifico Oberdan di Trieste, sezione sperimentale di matematica, fisica e informatica. All’Oberdan ho imparato tante cose, ma soprattutto mi sono formato come persona libera appartenente a una società. Questo anche grazie agli altri studenti, agli insegnanti e in particolare alla presidenza illuminata di Franco Codega. Anche in questa fase il supporto della mia famiglia è stato determinante. “Stampa e regime”, la rassegna stampa di Radio Radicale tenuta da Massimo Bordin, ha accompagnato la crescita della mia coscienza politica. Al quinto anno di liceo sono stato direttore del giornalino scolastico “Cinque +”.

Ho studiato filosofia all’Università di Trieste, Bologna e Tübingen. L’università (in generale) mi ha deluso, perché è un’istituzione in decadenza, in quanto ha smarrito quasi del tutto il suo senso originario (vedi articolo: L’Università che non c’è). Nonostante ciò, mi ha arricchito molto, perché ho avuto la fortuna di incontrare professori che hanno compensato con la loro passione la decadenza dell’istituzione. Ne cito solo alcuni. Da Pier Aldo Rovatti ho imparato a praticare la filosofia come oscillazione tra follia e ragione, la rinuncia alla padronanza completa del soggetto, e l’ospitalità verso l’Altro e le idee degli altri. Renato Cristin mi ha insegnato la fenomenologia di Husserl, che non è solamente una teoria della conoscenza, ma un modo di stare nel mondo e una preziosa chiave per guardare il mondo. Eva Picardi mi ha mostrato come vivere in modo appassionato i problemi filosofici che «tengono svegli la notte». Paolo Freguglia mi ha fatto respirare un po’ di amata matematica nel mio percorso filosofico.

L’esperienza di studio in Germania è stata formativa perché mi sono confrontato con un sistema universitario diverso (migliore sotto certi aspetti e peggiore per altri) e ho imparato la lingua tedesca. Il titolo della mia tesi di laurea triennale è: “L’identità dell’Europa nella prospettiva fenomenologica”, quello della tesi di laurea magistrale è: “Educazione e Verità. Un percorso fenomenologico”. Durante gli anni universitari ho continuato a coltivare la mia passione per la matematica seguendo i lavori di Franco Rupeni sulla geometria preassoluta (vedi articolo La geometria preassoluta).  

La lettura di Knulp di Herman Hesse ha contribuito a rendermi consapevole di alcune mie caratteristiche e del mio modo di stare nel mondo, a causa di una forte identificazione col protagonista del libro. Ho quindi sentito l’esigenza di descrivere tale modo di essere e così è nata “La Teoria” nella sua prima formulazione. La rielaborazione della Teoria è un progetto ancora in corso presente sul sito della Cocilova (vedi sezione La Teoria).

La lettura del racconto Tlön, Uqbar, Orbis Tertius di Jorge Luis Borges mi ha fatto aprire alla possibilità di esprimere i miei contenuti in forma letteraria. Ho provato una forte identificazione con l’autore del libro, non solo per il contenuto ma anche per ciò che si può intuire a proposito del modo di essere di Borges sulla base del modo in cui dice le cose. Il racconto è un’ironia dell’idealismo filosofico e la mia tesi di laurea magistrale si può leggere come confutazione dell’idealismo filosofico. La via letteraria è più bella e raggiunge più persone, quindi ho pensato che potrei almeno tentare di percorrerla, non in sostituzione del discorso argomentato, ma assieme a esso.

Dal 2014 studio danza classica e danza contemporanea presso la scuola Arteffetto Danza. Non lo faccio per diventare un ballerino. Non lo faccio per migliorare la tecnica del ballo di coppia (com’era nelle mie intenzioni iniziali). È una mia passione e, in quanto tale, è priva di una finalità esterna.

In Argentina ho studiato il funzionamento del sistema di salute mentale nella Provincia di Río Negro, che dal 1991 ha adottato una legge coerente con i principi di Franco Basaglia (vedi articolo La salute mentale comunitaria). A Trieste Peppe Dell’Acqua mi ha raccontato la storia, da lui vissuta in prima persona, del cambiamento della psichiatria e mi ha spiegato le sue idee sugli sviluppi futuri di tale cambiamento, che non può ancora dirsi concluso.

Presso l’Università di Padova ho seguito un corso di perfezionamento post lauream in psicologia cognitiva dell’apprendimento. Questo percorso mi ha permesso di studiare i processi legati all’apprendimento, le strategie da mettere in pratica per essere un buon insegnante, gli aspetti legati alla motivazione e alle emozioni nell’apprendimento, i metodi per progettare interventi educativi. Tutte queste conoscenze hanno rafforzato la mia generica predisposizione verso l’attività di insegnare.

Costruita la forma, attualmente mi dedico al contenuto di ciò che mi piacerebbe insegnare. È abbastanza facile indovinare cosa sia, perché certi amori non finiscono mai…

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